Mi ricordo...

 

Se ci fosse stato un referendum avremmo votato "no"! Se nel 1974 la Provincia avesse chiesto ufficialmente alla popolazione del "Secondo Liceo Scientifico" se voleva trasferirsi in un edificio dell'ex manicomio avrebbe avuto un rifiuto convinto. Troppo lontano, troppo scosceso. Ma la Provincia è stata determinata e noi ci siamo trasferiti. I locali da cui provenivamo, le stanze del Sant' Anna, avevano gli spioncini sulle porte, qui abbiamo trovato le sbarre alle finestre e all' inizio è stata dura. L'edificio era inutilizzato per l'effetto della legge Basaglia: i "matti" se ne erano andati ed eravamo arrivati noi; rumorosi abbiamo affollato in discesa alle 8,30 la stradina tortuosa dal cancello d'ingresso del parco e l'abbiamo risalita ancora più stressati alle 13,30. I pochi ospiti rimasti dell'ospedale psichiatrico ci guardavano stralunati, qualcuno cercava contatti: uno s'inventò vigile: regolava il traffico all'uscita con fischietto e paletta regolamentari. Una volta un'auto l'investì, per fortuna con pochi danni. Un altro ci inseguiva con una grossa radio sulle spalle, una lasciava scarpe dovunque, per andare in giro scalza. Un giorno uno me lo trovai seduto in classe, al primo banco, decisissimo a non muoversi di lì. Sulla strada ne sentii due parlare tra loro. Uno diceva: "Quanta gente, che rumore!". E l'altro commentava: "Come ce l'hanno ridotto questo posto!". Questi erano i "matti", che all'inizio ci impensierivano! Con il tempo sono scomparsi, uno dopo l'altro, né sono stati rimpiazzati da altri. Intanto l'edificio cresceva: veniva sopraelevato di un piano per fare le aule speciali, quelle di disegno; ben presto fu necessario, con l'aumento della popolazione scolastica, costruire l'edificio adiacente, costruire la palestra, poi organizzare gli spazi esterni, il parcheggio, recintare tutta l'area fino allo stato attuale. Nel frattempo il parco si popolava di nuovi insediamenti, dagli asili agli orti per anziani, dalle scuole per studenti italiani a quelle per stranieri. La strada rimane un po' stretta per tutta questa popolazione: ci sono ore in cui il traffico è caotico, anche se all'uscita in via XIV Settembre è cambiata la viabilità e sono stati costruiti i sottopassaggi pedonali. Però, oggi lo possiamo dire, è ufficiale, qui ci stiamo bene. Siamo in un parco e siamo in città. Intorno a noi, dalle finestre, vediamo i grandi tigli, così profumati in primavera, e i lecci, i ciliegi, le tamerici, il maggiociondolo, i cipressi, i cedri, i pini, i melograni, le siepi di viburni, di ligustri, d'alloro. E, nonostante qualche "infestazione" di bigattini e qualche incursione notturna inopportuna, possiamo dire che questa è la sede ideale: "Hic manebimus optime".

Linda Tarpani, Docente di Italiano e Latino