Il grande salto

 

Il 13 settembre dello scorso anno è stato per me il primo giorno al liceo. Per arrivare alla nuova scuola sono passata davanti alla vecchia scorciatoia che per tre anni mi aveva portato alla scuola media e ho visto delle bambine, sicuramente venute dalle elementari, affrettarsi ad entrare. Nonostante mi sentissi superiore nei loro confronti, quel giorno mi sono resa conto di condividere, anche se in modo diverso, le loro stesse emozioni, visto che eravamo tutte alle prese con il primo fatidico giorno in una nuova scuola, piene di speranze, timori e tanta curiosità. Appena arrivata, anche se conoscevo già il posto, poiché ci ero andata quando mio padre vi insegnava, per me è stata come la prima volta: quella mattina, infatti, entravo da vera studentessa. Per come me lo ricordo adesso quell'importante "rito d'iniziazione", quel salto che segna la crescita di tutti gli adolescenti, presentava comunque sia lati positivi che negativi. Ricordo che, mentre tutti i miei coetanei avevano paura di trovare dei compagni antipatici, a me piaceva l'idea di conoscere nuovi amici e professori ed ero molto fiduciosa di trovare gente aperta: un gruppo unito con cui trascorrere cinque anni importanti della vita. Quello che mi preoccupava davvero, invece, era la consapevolezza di essere tra i più piccoli, dopo un anno in cui ero stata tra i più grandi, in una scuola in cui si facevano assemblee, occupazioni e manifestazioni, tra gente già maggiorenne che andava alle lezioni addirittura in macchina! Tra pensieri, aspettative e preoccupazioni cercavo così la mia classe (stretta ad una mia fedele amica) tra i corridoi della grande scuola superiore, sentendomi stupidamente addosso gli occhi e i giudizi di tutti, cercando di memorizzare i vari luoghi e sperando di trovare in giro qualche conoscente... E' stato inoltre un giorno significativo, perchè in quel momento, guardando i ragazzi del quinto, sentivo che da quella scuola sarei uscita molto diversa, sarei uscita da persona adulta. Per concludere posso dire che la regolarità con cui si verifica questo rituale può essere tanto rassicurante quanto preoccupante, ma alla fine ci passiamo tutti e ci si ritrova in pochissimo tempo ad abituarsi a quelle che sembravano grandissime novità

Marta Miglietti, alunna della classe 2 A - a.s. 2000/2001