Impressioni e ricordi di un 'insegnante in pensione
All'esterno, un edificio la cui austera semplicità si stemperava nel verde settembrino della campagna umbra del bel parco. All'interno, il preside decisamente severo e professionale, pur nella cadenza ostentatamente siciliana, gli insegnanti nelle loro molteplici identità che, fin dal primo Collegio cui partecipai, mi rivelarono una indiscussa professionalità, se pure, a volte, un po' rissosa; e soprattutto, naturalmente, i ragazzi, come i ragazzi di ogni scuola, tutti prorompenti gioia di vivere, irrequietezza, ansia di conoscere. Queste prime impressioni in me, proveniente da altra scuola e da altra regione, si gelarono dapprima in una sensazione di estraneità, poi, a poco a poco, si sciolsero nella familiarità di una piacevole consuetudine che ogni giorno si rinnovava negli intervalli delle lezioni, nelle soste al bar o in giardino, a seconda delle stagioni. Tali scambi di idee e di esperienze attraverso cui ci confrontavamo ritrovando, pur nella diversità delle tradizioni e delle consuetudini, una identità di fondo, mi aiutavano a comprendere il paese in cui avevo scelto di vivere e di lavorare. Nel mio ricordo, al di là delle pur valide esperienze culturali e didattiche, c'è l' arricchimento umano di quelle pause, di quegli intervalli, di quelle attese in Sala insegnanti, allora così impazienti, che oggi si colorano della nostalgia di un'esperienza di lavoro e di un luogo dove mi piace essere stata.
Maria Vetta, Docente di Storia e Filosofia in pensione