Vivere la scuola

 

Gli anni che un ragazzo trascorre frequentando una scuola superiore coincidono sicuramente con il periodo in cui maggiormente vengono formandosi il carattere, la mentalità, la visione del mondo e in generale dell'individuo. L'Esame di Stato fino a due anni fa era chiamato "Esame di maturità" anche per questo. Giunto alla conclusione del suo corso di studi, lo studente ha contemporaneamente raggiunto un' età dopo la quale probabilmente non avverranno più grossi cambiamenti a livello di "struttura interiore" della persona. Per questo motivo la scuola superiore assume un ruolo di formazione che non è limitato all'apprendimento, ma che acquista direzioni molteplici e agisce, talvolta, anche in maniera indiretta. Mi spiego meglio. Andare a scuola ha un significato più ampio di quello riferito allo studio: infatti frequentare la scuola diventa l'occupazione principale di uno studente, dato che la sua vita viene da essa regolata e fortemente condizionata nei ritmi e nelle abitudini; chi va a scuola entra a far parte, anche inconsapevolmente, di un mondo dove esiste un continuo dibattito, che non è quello che (a dire il vero, piuttosto raramente) può avvenire tra studenti e insegnanti, ma quello più variegato e complesso che nasce dal confronto delle varie individualità tra i coetanei e gli amici. E, badate bene, tale incontro di idee non è del tutto analogo a quello che può avvenire in un qualsiasi gruppo di amici o conoscenti, perché il contesto scolastico è sempre là presente a dare la sua influenza, anche subliminalmente. Un esempio chiarirà tutto: una classe vivace a scuola presa in un contesto extrascolastico (come una cena in pizzeria o uno spettacolo teatrale) risulta sempre essere meno rumorosa e più contenuta di quanto non ci si potrebbe aspettare: è proprio quel particolare contesto, a scuola, che ne accentua le caratteristiche di socialità. Così nell' arco dei cinque anni (in assenza di... "inconvenienti") ad ogni studente si presenta una varietà di situazioni notevole, che contribuisce a formarne la capacità di agire, prendere decisioni, ecc. e che lo aiuterà ad affrontare le situazioni future della vita. Ciò che, ad esempio, può essere considerato in sé come una disfunzione scolastica, ossia il frequente cambio di insegnanti (che io e la mia classe abbiamo vissuto durante questi anni) potrebbe anche essere rivalutato positivamente, a posteriori, come esperienza formativa, in quanto siamo stati costretti ad adattarci a diverse concezioni e metodi di insegnamento, imparando contemporaneamente che esistono varie possibilità per raggiungere un determinato scopo, e formandoci anche un nostro sistema ideale attraverso l'analisi dei difetti di ciascun metodo. Inoltre abbiamo conosciuto diversi "tipi umani", e più volte siamo stati portati a rivalutare aspetti relativi all'impostazione del lavoro che avevamo precedentemente criticato (e viceversa). Durante la mia esperienza in questa scuola mi è capitato, quindi, sia di dover affrontare degli ostacoli, sia di vedere affrontare ostacoli da parte di altri, il che è risultato talvolta essere quasi più istruttivo. Il Liceo "Galilei", ad ogni modo, date le sue dimensioni "generose", offre uno spettacolo umano molto vario, nonostante il fatto che la presenza di più di mille studenti limiti inevitabilmente l'intimità tra le varie classi, intimità che una scuola più piccola potrebbe dare. Ma conoscenze "incrociate" tra le classi sono comunque frequenti, direi addirittura inevitabili in cinque anni. La scuola, inoltre, offre diverse attività extrascolastiche, quali attività teatrali in italiano e in lingua straniera o laboratori di approfondimento di particolari temi e argomenti didattici, che, al di là del loro scopo più evidente, costituiscono un altro potenziale fattore di aggregazione tra gli studenti. Su iniziativa di questi ultimi, inoltre, sta diventando una tradizione anche quella di organizzare annualmente un concerto alla fine dell'anno scolastico, occasione in cui anch'io ho avuto la possibilità di dare il mio contributo musicale. Naturalmente l'aver sottolineato aspetti non propriamente didattici non vuole nascondere nulla del valore più prettamente educativo del "Galilei": la buona fama di cui gode la scuola è pienamente giustificata!

Giulio Donato, alunno della classe 5 B - a.s. 2000/2001