Un'esperienza ASL
Gli studenti della classe 4 F hanno redatto, a conclusione dello stage “Giovani in azione Glocale”, l’articolo che di seguito viene riportato. Tutor scolastico il prof. Massimo Fico.
Complimenti vivissimi a tutti.
GENERAZIONE GLOCAL
Cosa vuol dire essere giovani impegnati nella difesa della vita in un mondo globale?
Alcune associazioni, tra cui Movimento Consumatori e Next (Nuova Economia per Tutti), con il progetto “Giovani in azione glocale”, tentano di sensibilizzare gli studenti delle scuole superiori e delle università italiane nel campo della cittadinanza attiva. In particolare, si cerca di coinvolgere a tutto tondo i ragazzi nel tessuto economico- sociale in cui vivono e di renderli più consapevoli del mondo che li circonda. Ad oggi 17 regioni in Italia hanno aderito all’iniziativa, per un modulo totale di 28 ore.
In un mondo come quello odierno, fortemente massificato e globalizzato è importante mantenere la propria particolarità e l’identità locale. E’ proprio da qui che parte la riflessione sui termini economia e sostenibilità. Quindi lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive. A conferma di ciò sono state introdotte alcune iniziative come quella del “marchio di sostenibilità”: grazie all’introduzione di un semaforo è possibile riconoscere i prodotti che rispettano certi parametri (come le calorie). Quest’iniziativa è promossa dalle grandi multinazionali che ne traggono vantaggi; infatti sono indicati con il colore verde i prodotti contenenti poche calorie, ma costituiti da una grandissima quantità di sostanze chimiche (come i prodotti Nestlé, Coca Cola e Pepsi) e indicati con il semaforo rosso prodotti genuini derivanti da tradizioni secolari.
Come esempio massimo abbiamo avuto l’occasione di assistere ad una conferenza tenuta dall’archeologa arborea Isabella Dalla Ragione. Mediante l’analisi accurata di alcuni antichi dipinti raffiguranti nature morte o soggetti vegetali, i critici sono riusciti ad individuare alcune varietà di frutti oggigiorno quasi del tutto scomparse e non più predilette dal mercato globale. Basti pensare ai quadri di Francesco Melanzio ospitati nel museo di S. Francesco a Montefalco o a quelli di Pinturicchio o Piero Della Francesca. Ne sono un esempio le mele cotogne o le annurche, ad oggi difficilmente reperibili, in quanto le uniche tre qualità maggiormente consumate sono le Pink Lady, le Golden e le Fuji. Lo stesso per le pere, di cui siamo terzi produttori mondiali. Per l'80%, sono Williams, Conference, Abate: trasportabilissime, resistenti, conservabili. Le altre infinite varietà sono finite nel dimenticatoio. Eppure, quando nel '600 arrivarono in Italia, le tipologie francesi - Passagrassana, Abate, Decana - convivevano insieme alle nostre.
La semplificazione del nostro patrimonio vegetale e la superficialità nella comunicazione disturbano alquanto. E’ dunque necessario, come suggerisce la dottoressa Dalla Ragione, continuare a studiare, cercare, ma soprattutto trovare. Malgrado i disastri ecologici di questi anni, resiste una diversità sconosciuta, con stratificazioni storiche e culturali ancora leggibili.